Giovedì, 19 agosto, Teatro, ore 19.15
repliche venerdì 20, sabato 21, domenica 22, mercoledì 25, giovedì 26 agosto Teatro Antico, ore 19.15
Progetto SEGESTA
Prima Nazionale
ROMEO e GIULIETTA
William Shakespeare
Regia
Nicasio Anzelmo
Con
Simone Coppo (Romeo), Eleonora De Luca (Giulietta)
e
Anna Lisa Amodio (Madonna Capuleti), Giuseppe Benvegna (Baldassarre), Camillo Marcello Ciorciaro (Padre Montecchi), Nicolò Giacalone (Mercuzio/Lo speziale), Alessandro Marmorini (Duca di Verona), Giacomo Mattia(Paride), Mimma Mercurio (Madonna Montecchi), Marco Valerio Montesano (Benvolio), Lorenzo Parrotto (Tebaldo), Matteo Munari (Gregorio/Frate Giovanni),
E con
Monica Guazzini (la balia), Giovanni Carta (Frate Lorenzo)
e la partecipazione di Domenico Pantano (Padre Capuleti)
Costumi e Maschere
Angela Gallaro Goracci
Coreografie
Barbara Cacciato
Combattimenti
Alessandro Marmorini
Costumista assistente
Riccardo Cappello
Musiche cura di
Giovanni Zappalorto
Aiuto Alla Regia
Giovanni Di Lonardo
Immagine e grafica manifesto
Gianvincenzo Pugliese
Datore Luci
Damiano Bianco
Fonico
Enzo Cuteri
Sartoria Costumi
Angela dei bottoni Catania
Ufficio Stampa
Maja Amenduni
Organizzazione
Rossella Compatangelo
Produzione
CTM Centro Teatrale Meridionale
Note:
La definizione di tragedia non sembra molto appropriata a un’opera il cui fascino consiste soprattutto nella suggestione poetica di brani che con la tragedia vera e propria hanno poco a che fare. In realtà è la storia di un amore contrastato, come quello di tante commedie, che si conclude dolorosamente soprattutto per una serie di romanzeschi contrattempi, attribuibili a un destino particolarmente maligno. I due eroi non hanno fatto nulla per meritarselo: sono vere vittime e non creature che, mosse da una qualche forma di hybris, si siano attirate una terribile punizione; sarebbe arduo trovare in loro quell’incrinatura, quel segreto senso di colpa che trasformano un individuo, cui sono capitate alcune disgrazie, in un personaggio tragico. A meno di non considerare come Hybris l’ambizioso tentativo di edificare un microcosmo dell’amore inattaccabile dalla società, dalle sue violenze e dai suoi pregiudizi. È un amore concepito come incondizionato e che, in quanto tale, non tollera di essere confuso con il matrimonio come istituzione sociale o con la mera soddisfazione dell’istinto sessuale, additata quale meta sufficiente in sé, dai due personaggi di rilievo, quali Mercuzio e la Balia.
È impossibile realizzare questa utopia, in una società, in un mondo, che non la tollera. Ed è proprio la società a determinare la caduta degli amanti infelici, che l’età appena adolescenziale rende teneramente patetici.
Infatti essi sono convinti che il piccolo universo da loro creato corrisponda a quello reale e che le sue leggi abbiano una validità assoluta. In questo senso il destino che li conduce alla morte finisce con l’apparire lo strumento di un mondo disposto sì a versare qualche lacrima sui due sventurati, ma non ad accettare e a perdonare la carica eversiva di un amore così profondo, così totale e, nello stesso tempo, anche così disarmato.
Un’opera complessa e per niente banale, piena di fascino poetico nel raccontare quello che nei secoli è diventato l’inno dell’amore impossibile. O forse amore non è, e se non lo è, che cos’è quindi?
Spettacolo creato in esclusiva per DIONISIACHE