VIZI CAPITALI

Domenica, 8 agosto, Teatro, Alba, ore 05.00              PRIMA NAZIONALE

VIZI CAPITALI

di Gaetano Aronica

liberamente ispirato alle opere di Aleksandr Puskin e Apuleio di Madaura

 

Regia

Gaetano Aronica e Giovanni Volpe

Con

Gaetano Aronica (Don Giovanni)

e con (in o. a.)

Ilaria Bordenca (Caldea), Franco Bruno (Salieri), Silvia Bruno (Laura), Emanuele Carlino (Mozart), Noemi Castronovo (Gioia), Silvia Frenda (Amantea/Venere), Marcella Lattuca (Donna Anna Mendoza), Fabrizio Milano (Don Carlos), Giovanni Moscato (Barone), Viola Provenzano (Nanerl), Nicola Puleo (Leporello), Stefano Trizzino (Commendator Mendoza)

 

Scene e Costumi

Flavia Cocca

Aiuto regia

Gabriele Ciraolo/Arianna Vassallo

Assistente regia

Claudia Volpe

Disegno luci e suono

Giovanni Volpe

Assistente scenografia

Francesco Di Stefano

Service Prostudios

Christian Vassallo

Produzione:

Fondazione Teatro Pirandello del Comune di Agrigento

in collaborazione con

l’Ente Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle Dei Templi,

 

Note

Ho immaginato una ciurma di uomini e donne, chiusi in un luogo senza tempo che potrebbe somigliare ad un galeone fantasma o ad un girone dell’Inferno dantesco, intenti a celebrare con un banchetto il dilagare della pestilenza. C’è però una particolarità che contribuisce a rendere sinistro il clima della inusuale serata: i commensali sono tutti riversi sulla tavola imbandita o distesi sulle panche in uno stato di semi incoscienza e si svegliano soltanto per reiterare i loro vizi capitali, per poi piombare nuovamente in un sonno che somiglia all’oblio e alla morte. Intorno a loro aleggiano, nella semi oscurità, creature impalpabili, impegnate a somministrare veleni con i quali i personaggi che via via guidano l’azione, colpiranno gli altri commensali o subiranno a loro volta l’avvelenamento. Non c’è soluzione di continuità tra una scena e l’altra, i personaggi scatteranno in piedi in preda all’angoscia del vizio che li affligge e li tiene in vita, che guida e domina il loro agire sino all’annientamento. Inizia così un girotondo macabro e anche brioso, in cui alla parte recitata si alternano canti e danze, dominato dalle creature magiche che preparano pozioni venefiche, esaltando le doti di ogni loro proprietà, con formule esoteriche e riti propiziatori, sotto il controllo della loro regina, Venere in persona, simbolo di bellezza ma anche di peccato, icona della superbia, donna e dea che, come un angelo caduto, osserva, distaccata da ogni debolezza umana. Eppure anche Venere soffre una solitudine assoluta, prigioniera della sua bellezza e del suo peccato. Le sue ancelle lavorano per lei, studiando le azioni degli uomini come inevitabili e pericolose, concordando su un solo punto: Sola dosis venenum facit, nihilsine venenum est (è la dose che fa il veleno, ma niente esiste senza veleno). Il discorso si estende alle azioni degli uomini, ai loro sentimenti, traendo spunto dalla filosofia e dalla scienza di un antico e misterioso passato, giungendo a conclusioni inaspettate e fantastiche. Vedremo interagire in questa giostra delle vanità, personaggi illustri e meno illustri della storia, artisti, geni, musicisti, che si ameranno, si sedurranno, si odieranno, si avveleneranno, sino allo scintillante finale.

Spettacolo creato in esclusiva per  Dionisiache

 

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